Lapide dell’Alluvione del 1333 – Via don Giancarlo Setti
Le lapidi di Firenze
Un segno di memoria sulla pietra
All’angolo tra via don Giancarlo Setti e via de’ Neri, vicino alla chiesa di San Remigio, una lapide marmorea ricorda la terribile alluvione che colpì Firenze il 4 novembre 1333. Le acque dell’Arno, straripate dopo giorni di pioggia, invasero la città fino a quest’altezza, come racconta l’iscrizione in lingua volgare scolpita sulla pietra:
MCCCXXXIII
DI QUATRO DI NOVEMBRE GIUOVEDI
LANOCTE POI VENGNENDO ’L VENERDI
FU ALTA LACQUA D’ARNO INFINO A QUI.
Una piccola mano scolpita indica il livello raggiunto dall’acqua — oltre quattro metri dal suolo — mentre uno stemma con croce ancorata, posto sopra l’iscrizione, rimanda probabilmente alla famiglia Aldighieri, legata alla vicina parrocchia di San Remigio.
Dall’Arno del 1333 al 1966
Poco sopra questa antica memoria si trova un’altra targa che segna il livello raggiunto dall’Arno durante l’alluvione del 4 novembre 1966, curiosamente avvenuta lo stesso giorno, più di seicento anni dopo.
Non sorprende trovare in questa zona tante lapidi dedicate alle piene: l’area di Santa Croce, situata sotto il livello del fiume, è da sempre tra le più colpite. Lo storico Giovanni Villani, nella sua Cronica, racconta che la notte del 4 novembre 1333 l’Arno ruppe gli argini presso corso Tintori, allagando case, botteghe e chiese fino agli altari di Santa Croce e della Badia Fiorentina. La furia delle acque travolse tre ponti cittadini — Ponte Vecchio, Santa Trinita e alla Carraia — risparmiando solo in parte il ponte di Rubaconte, oggi Ponte alle Grazie.
San Remigio e la memoria del quartiere
L’edificio che ospita la lapide conserva elementi medievali, come il bugnato in pietra e i ferri da cavallo al piano terreno, testimoni di un passato antico. Poco distante sorge la chiesa di San Remigio, costruita nella seconda metà del Duecento e legata a un antico ospedale per pellegrini fondato nel IX secolo da viandanti francesi diretti a Roma.
Nei secoli la chiesa divenne centro della Compagnia del Santissimo Sacramento di San Remigio, i cui stemmi in pietra serena — con calice e ostia — sono ancora visibili sugli edifici circostanti.
La via è oggi intitolata a don Giancarlo Setti, parroco di San Remigio fino al 2002, che volle collocare di fronte alla chiesa un tabernacolo con il busto di Padre Pio, segno di fede e continuità nella lunga storia di questo angolo di Firenze.